Primo Anniversario - donsandroamatori.it

"C'è più gioia nel dare che nel ricevere"
una vita per il Signore
La santità ordinaria di un uomo fuori dal comune
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«Si è più beati nel dare che nel ricevere!»

In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: «Si è più beati nel dare che nel ricevere!». Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.
Atti 20,35-38

Questo brano è parte del congedo di San Paolo dalla Comunità di Efeso. Un distacco molto doloroso nel quale viene ricordata una massima di Gesù non scritta nei Vangeli ma certamente uscita dalla bocca di Gesù tante volte. Don Sandro la ripeteva spesso, come fosse un suo DNA spirituale. E’ davvero stato un uomo beato nel dare ogni giorno tutto a tutti. Non ho mai visto nessuno essere respinto o non trovare attenzione e comprensione. Don Sandro viveva questa parola come San Paolo: ogni giorno per lui era il primo come anche l’ultimo, ogni istante era un dono di Dio e tutto era un regalo: dopo ogni secondo potevi trovarti davanti al Suo Volto. Don Sandro arrivava dove Gesù lo inviava sapendo che subito ripartiva, come San Paolo che quando giungeva in un posto dava tutto ciò che aveva, sapendo che c’era sempre una nave ormeggiata pronta portarlo via lontano secondo la volontà del Signore. Personalmente anche io sono stato beato nell’amore di questo uomo speciale e come voi tutti abbiamo ricevuto moltissimo dalla sua presenza, spesa ultimamente qui a Santa Maria della Consolazione.

E la nave è arrivata l’anno scorso, improvvisa e silenziosa. Ma devo dire che dal giorno dopo la sua salita al Cielo ho iniziato a scavare nella mia anima per cercarlo, e giorno dopo giorno ho trovato la sorgente che don Sandro mi ha lasciato in eredità.

Parole, pensieri, espressioni, insegnamenti, correzioni…
Tante cose ho contemplato in questo anno con lo stupore di vedere che erano incontri vivi e non ricordi ingialliti. Don Sandro da quando non è più qui mi parla, mi consola, mi guida, mi ama. E sono certo che questo avvenga anche in voi verso di lui, e verso le vostre persone care che amate e che sono lassù.

Tutto è luminoso e traboccante anche nelle parentesi malinconiche. E nelle parole della consacrazione, quando proclamo: «fate questo in memoria di me», sento rivivere il valore di una amicizia eterna che non tramonta mai tra noi.

Gesù ci ha uniti tutti a don Sandro e ci ha fatti tutti amici suoi per volerci bene sempre, oltre la morte. In venticinque anni ho avuto l’onore di dare a Don Sandro la presidenza delle celebrazioni. Non l’ha mai chiesta né pretesa, ma gli è sempre appartenuta. E anche oggi ho voluto ricordare questo con il segno messo sulla sedia della presidenza della celebrazione. Don Sandro, che sento presiedere ancora la mia vita nell’amore come ha fatto per venticinque anni, oggi lui è qui sul trono che ha occupato per cinque anni in mezzo a noi: Natale e Pasqua lo hanno visto regalarci celebrazioni innamorate di Dio. Ora lui oggi dal suo posto ancora ci benedice, perché vicinissimo al Figlio di Dio, il nostro amato e santo sacerdote ed amico dal Paradiso ancora ci racconta che: «Si è più beati nel dare che nel ricevere!».

Buon Compleanno Eterno, caro amico nostro!

DF



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